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Dead men working

Ultimo Aggiornamento: 31/08/2015 08:57
15/12/2008 16:02
 
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Re: Re: Re:
s77937, 15/12/2008 14.56:




BigMad dirti che sei un idiota è farti un complimento!
Ecco perché siamo messi cosìin Italia, hanno creato un
popolo di cinici imbecilli!



Tempo fa vennero nel forum personaggi come Sanchioni e un altro imbecille che non mi ricordo come si chiamasse... lo chiamavano amico di Gekko's. Almeno loro erano spculatori, avevano una posizione chiara. Da babbei vittime e complici della speculazione nello stesso tempo.
Big Mad invece non sa manco lui quello vuole... Casa sua deve valere un milione di euro perchè se ha bisogno di monetizzare così sta a posto (un milione è più di mezzo milione), però se vende vuole comprare una casa più grande (non gli interessa che la differenza da integrare gli costerebbe molto di più a differenza di prezzi dimezzati), però sarebbe anche contento se i prezzi diminuissero così magari l'altra casa se la compra senza vendere la sua...
Poi si scopre che la casa sua in realtà gliel'ha comprata il padre, che guadagna 3000 euro al mese e non riesce a risparmiare nulla... un mutuo non l'ha mai fatto e dice alla povera hostess che ha fatto male a fare il mutuo...

SECONDO ME LUI E' UNO CHE STA CERCANDO DI RISPARMIARE SULLE SPESE PER L'ANALISTA E HA SCAMBIATO IL FORUM PER UN LETTINO VIRTUALE DOVE SFOGARE LE SUE PIPPE MENTAL-FINANZIARE...
[SM=j7568] [SM=j7568]

ripeto l'invito, Big, per favore, invece di ingolfare tutti i post con le tue confuse pippe mental-economiche, apri un post tutto tuo.



15/12/2008 17:25
 
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Mi dispiace che parli così "nazionalsocialista" perchè io sono di destra almeno quanto te. E della destra "sociale" non quella affaristica Berlusconiana.
Tutto quello che ho scritto qui, parte certamente da esperienze personali, ma è stato scritto con intento "critico" rispetto alle tesi con "tifo da stadio" che si propugnano qui, semplicemente per fare da "grillo parlante" o se vuoi da "avvocato del diavolo", perchè a me le posizioni fondamentaliste che ho letto qui mi urtano.
Bada bene: non mi urta l'idea in se che gli immobili possano scendere di valore. Mi disturba l'oltranzismo arrabbiato con cui alcuni qui dentro vogliono dimostrarlo. A questo lato "oscuro", io ho cercato di opporre considerazioni da "proprietario", anzichè da compratore assetato di vendetta. Per mettere in guardia chi già si sente vincitore sul terreno della "sbolla" che non sarà così, che dovrà aspettare ancora e che forse, ma solo forse, resterà deluso.
E la reazione qual'è stata?
Tutti addosso e ostracismo.
Bene, restate con le vostre certezze, ne riparleremo tra un po'.
Quello che io voglio o non voglio fare con casa mia, lo so io e non tu. Ripeto, le mie considerazioni avevano lo scopo di mettervi di fronte alla prospettiva di un proprietario con un punto di vista ben diverso e senza dubbio meno "pecorone" nell'accodarsi al coretto da stadio ribassista.

A chi mi dà dell'idiota, rispondo solo che non ha capito una cippa lippa e, se è intellettualmente onesto, DGAMBERA potrà riassumergli che semmai io sono proprio intervenuto in senso opposto quando lui ha risposto "peggio per te" a uno che si era impelagato in un mutuo senza ritorno. Meno male che ho scritto sotto che quella sull'Hostess era una battuta provocatoria... ma qui c'è l'abitudine di non leggere mai quello che scrivono gli altri e di capire sempre quello che si vuole. In una cosa ha ragione però: questo è un paese pieno di idioti.

PS: meno male che avevo scritto che non volevo urtare nessuno. Siete veamente impossibili
15/12/2008 17:29
 
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Re:
BigMad, 15/12/2008 17.25:


...

PS: meno male che avevo scritto che non volevo urtare nessuno. Siete veamente impossibili




noi, eh?

ma pagarti uno STRIZZACERVELLI no, eh?

a quanto pare non sono il solo a dirtelo...

[SM=g7576] [SM=p7579] [SM=g7576]


nazionalsindacalista, 15/12/2008 16.02:


...

SECONDO ME LUI E' UNO CHE STA CERCANDO DI RISPARMIARE SULLE SPESE PER L'ANALISTA E HA SCAMBIATO IL FORUM PER UN LETTINO VIRTUALE DOVE SFOGARE LE SUE PIPPE MENTAL-FINANZIARE...
[SM=j7568] [SM=j7568]

ripeto l'invito, Big, per favore, invece di ingolfare tutti i post con le tue confuse pippe mental-economiche, apri un post tutto tuo.





[SM=g7576] [SM=p7579] [SM=g7576]



ciao ciao...
[SM=g7600]




[Modificato da laplace77 15/12/2008 17:30]
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Laplace77 :: Giornalismo è diffondere ciò che qualcuno non vuole si sappia; il resto è propaganda. (Horacio Verbitsky)

forum sulla bolla immobiliare - video sulla bolla immobiliare
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Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.
15/12/2008 18:20
 
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Re:
BigMad, 15/12/2008 17.25:

Mi dispiace che parli così "nazionalsocialista" perchè io sono di destra almeno quanto te. E della destra "sociale" non quella affaristica Berlusconiana.



Bene, ottimo anzi. Ma io sono nazionalsindacalista, cioè fascista, no nazionalsocialista cioè nazi.
Allora, se la pensi come me, dovresti avere una posizione chiara e netta: quando c'era Lui, lo Stato (che non era questo cesso attuale) faceva le case per il popolo e per i rurali. Non solo, ma c'era pure una sorta di equo canone ante-litteram. Quando c'era Lui, si cercò di rimediare in tutti i modi possibili alla crisi del '29, dando vita a soluzioni innovative da "terza via". Non so cosa potranno fare i merdaliani oggi che sono solo un branco di ladri incapaci (tranne che nel rubare). E per di più, oggi a differenza del '29, non credo che gli USA potranno salvarsi. I 1000 miliardi di dollari promessi da Obama stanno nella sua fantasia. Non so chi comprerà il debito pubblico USA e come potranno remunerarlo.
Mi sa che saranno dollari che finiranno come i marchi di Weimar.
Tu invece non hai una posizione chiara, non sai quello che vuoi, vorresti la moglie ubriaca e la botte piena.
Ti sono state esposte tutte le ragioni di questo mondo per cui un crollo dei prezzi è altamente probabile. Se non ci credi e non sei convinto, non ti resta che attendere un paio d'anni. Se non succede nulla torni e qui ce lo fai notare.
Se i prezzi non calano, pazienza, non compreremo casa e resteremo sempre in affitto, o emigreremo. Se perderemo pure il posto (io già l'ho perso), potrebbe essere tempo di reimbracciare il manganello. Se perderemo pure i risparmi, sarà il caso di farlo sul serio. Altro non ti posso dire. Chi vivrà vedrà. Tu ti regolerai come meglio credi.

Se vuoi sfogati qui: www.ilcovo.mastertopforum.net/index.php


15/12/2008 19:58
 
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Auto: Spagna, persi 17mila posti


ANSA) - MADRID, 15 DIC - Fra il 2000 e il 2007 l'industria dell'auto spagnola ha perso 17mila posti di lavoro, pari al 5% del totale degli occupati del settore. I dati sono stati diffusi dalla Federazione Menerometallurgica del sindacato Comisiones Obreras. Circa 14mila posti sono stati persi fra i costruttori di veicoli (-18%), 3mila (-1%) nel settore dei componenti. Il 24% delle persone impiegate nella fabbricazione componenti sono donne e il 61% dei lavoratori ha un'anzianita' inferiore a 10 anni


www.ansa.it/site/notizie/awnplus/economia/news/2008-12-15_115286...
15/12/2008 20:01
 
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Fiat: da oggi 50. 000 in Cig

Fiat: da oggi 50. 000 in Cig

Da Mirafiori a Termini Imerese, fabbriche chiuse fino al 12/1
(ANSA) - TORINO, 15 DIC - Sono chiuse da oggi per un mese le fabbriche italiane della Fiat: da Mirafiori a Termini Imerese i lavoratori sono in cassa integrazione.Complessivamente sono stati messi in cassa integrazione fino al 12 gennaio 59.000 lavoratori secondo la Cgil (48.000 per l'azienda): 5.400 a Mirafiori, 3.200 a Cassino, 1.480 a Termini Imerese, 5.600 a Melfi, 5.300 a Pomigliano, 7.000 alla Sevel, 5.100 all'Iveco, 7.500 alla Powertrain, 1.800 alla Fma di Pratola Serra,11.000 alla Magneti Marelli e alla Ergom.

www.ansa.it/site/notizie/awnplus/economia/news/2008-12-15_115284...
15/12/2008 20:29
 
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Sony, 275 licenziamenti a Barcellona

Sony Spagna ha annunciato oggi il licenziamento di 275 lavoratori nella fabbrica di Viladecavalls, a Barcellona, che produce televisori Lcd, e il congelamento del salario per il resto degli impiegati.
In un comunicato diffuso oggi, fonti della Sony sottolineano che il piano di ristrutturazione parte dopo 5 mesi di trattative con i sindacati del Barcelona Technology Center «senza essere arrivati a un accordo su un programma di viabilità volontario che garantisse il futuro dello stabilimento», in cui lavorano 1.300 persone.
La compagnia ha deciso anche di applicare una clausola del contratto collettivo che consente il congelamento dei salari.
Per gli inizi del 2009 è inoltre previsto il trasferimento delle operazioni di logistica del Barcelona Technology Center a Sony Supply Chain Solutions Europe, impresa specializzata del gruppo giapponese. Una misura che comporterà il trasferimento di 185 dipendenti nelle stesse condizioni lavorative e di salario. La notizia dei licenziamenti giunge due giorni dopo la protesta inscenata da alcune centinaia di lavoratori della multinazionale di Viladecavalls per esigere dalla direzione del gruppo la presentazione di un piano di viabilità lavorativa per il 2009.
15/12/2008 21:20
 
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CRISI: CON LICENZIAMENTI E CIG PER FAMIGLIE -492 EURO

(AGI) - Roma, 10 dic. - I licenziamenti e le casse integrazioni che stanno per abbattersi sulle famiglie italiane costeranno loro 41 euro al mese, vale a dire ben 492 euro l'anno. I calcoli sono di Adusbef e Federconsumatori che continuano a sostenere che la crisi economico-finanziaria in corso viene sottovalutata. Alla perdita di "potere di acquisto delle famiglie, che oramai e' ridotto ai minimi termini, si aggiungera' purtroppo, nelle prossime settimane, un'ondata di casse integrazioni e di licenziamenti coinvolgeranno, secondo le previsioni, circa 1 milione di persone" ricordano le associazioni dei consumatori. "Ipotizzando, realisticamente, una mancata entrata per 1.000 euro a persona nei bilanci familiari - e' il ragionamento dei consumatori - il potere di acquisto si ridurra' di un ulteriore miliardo, pari, per la totalita' delle famiglie (24 milioni), ad una riduzione di 41 euro al mese".


finanza.repubblica.it/News_Dettaglio.aspx?del=20081210&fonte=AGI&codnew...

16/12/2008 11:15
 
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(Repubblica 16/12/2008) : Edilizia, 17 mila licenziamenti
Edilizia, 17 mila licenziamenti

L’allarme: in tre mesi 2000 imprese chiuse. A rischio altri 15 mila posti

Duemila società edili su 11.500 hanno sospeso la propria attività tra luglio e settembre. E sono invece 17 mila gli operai che sono stati mandati a casa, un quarto degli addetti del settore. Solo nei mesi di agosto e settembre sono 7mila i contratti di lavoro che sono terminati, negli stessi mesi del 2007 erano stati 2.300. Cresce invece il numero dei contratti di lavoro part-time, in aumento di oltre il 15 per cento.

E sono nere le previsioni per il primo semestre del 2009: saranno licenziati tra i 10 e i 15mila lavoratori. I numeri, snocciolati dalla Cassa Edile di Roma e Provincia, indicano come la crisi stia mettendo in ginocchio il settore delle costruzioni. Per superare la congiuntura economica negativa, l’ente bilaterale gestito pariteticamente dall’Acer e dai sindacati di categoria, avanza alcune richieste: tempi di pagamento certi da parte della committenza pubblica, pratiche burocratiche più veloci e maggiore possibilità di accesso al credito per le piccole e medie imprese. «Le aziende stanno scomparendo — spiega il presidente della Cassa Edile di Roma e Provincia, Edoardo Bianchi — perché hanno molte difficoltà nel pagare gli stipendi.

E il fenomeno diventerà ancora più critico nel primo semestre del 2008, quando saranno ancora più evidenti gli effetti della crisi globale. Non c’è un modo univoco per uscire dall’impasse, piuttosto ogni categoria deve fare la sua parte. Non è possibile che la committenza pubblica paghi lavori già eseguiti, per i quali è previsto il saldo a 60 giorni, con mesi di ritardo. La Regione in alcuni casi arriva a pagare dopo 18 mesi dalla chiusura delle opere». È allarme anche per il blocco delle gare d’appalto.

«Le grandi infrastrutture sono ferme e nel 2008 si è raggiunto il minimo storico per il numero di gare indette» sottolinea Sandro Grugnetti della Fillea-Cgil. Basta guardare i dati. Nel Comune di Roma nel luglio 2007 erano partiti 42.813 bandi che nel luglio 2008 sono scesi a 4.401, ad agosto la situazione è peggiorata con 13.468 gare nel 2007 mentre nello stesso periodo del 2008 non ne è stata indetta nessuna. Va ricordato però che la nuova giunta guidata da Alemanno si era appena insediata.


E se il settore immobiliare è fermo e crea disoccupazione anche perché c’è meno attività dei privati e se le grandi infrastrutture non partono, la Cassa Edile propone di far partire l’economia da riqualificazioni e restauri. «Sono dati che ci fanno preoccupare» continua Grugnetti «ecco che allora si deve puntare sull’edilizia pubblica, sull’housing sociale, sulla ristrutturazione degli edifici scolastici e sulla riqualificazione del sistema fognario». E aggiunge il sindacalista: «Abbiamo interi lotti nei quali i bandi sono stati assegnati da anni ma i lavori non partono perché ancora mancano i permessi per le fognature o per ritardi nelle pratiche da parte delle sovrintendenze».
(16 dicembre 2008)

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16/12/2008 15:40
 
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Confindustria, nel biennio 2008/2009 recessione e perdita di 600mila posti di lavoro

Per la prima volta dal dopoguerra l'Italia vivrà nel 2008 e 2009 un biennio di recessione. Lo stima il Centro studi di Confindustria secondo il quale il Pil diminuirà dello 0,5% quest'anno e dell'1,3% nel 2009. La ripresa comincerà a farsi vedere solo alla fine dell'anno prossimo segnando poi nel 2010 un +0,7 per cento. La recessione colpirà il mercato del lavoro: il Centro studi di Confindustria stima una perdita netta di 600mila posti di lavoro tra il terzo trimestre del 2008 e la seconda metà del 2009. Nel 2009, per la prima volta dal 1994, la variazione annua dei posti di lavoro - sottolinea il Centro studi di Confindustria - sarà negativa dell'1,4% e ciò inciderà sul reddito e i consumi delle famiglie. La crisi per il Csc porterà inevitabilmente a un incremento sostanzioso del tasso di disoccupazione già in ascesa al 6,8% nel 2008. Nel 2009 toccherà l'8,4% per l'effetto congiunto della perdita di posti e della ricerca di un impiego da parte dei soggetti a più basso reddito e nelle aree più arretrate del Paese. Un parziale recupero è atteso nel 2010 (+0,8%), soprattutto nella seconda metà dell'anno, ma non sarà sufficiente a riportare nell'ultimo trimestre l'occupazione a livelli prossimi a quelli raggiunti a metà 2008 quando è iniziata la caduta.

Torna a salire il deficit. La crisi economica coglie i conti pubblici sulla strada del risanamento e spinge nuovamente il deficit oltre il 3% del Pil. Nel 2009 l'indebitamento netto sarà pari al 3,3% del Prodotto interno lordo dopo il 2,6% del 2008. Un parziale rientro è previsto nel 2010, con l'indebitamento al 3,1 per cento. Per quanto riguarda il debito, il Centro studi stima quest'anno un rapporto al 104,1% e l'anno prossimo al 106,1 per cento. Anche in questo caso nel 2010 è previsto un lieve rientro al 105,7% del Pil.

Effetti negativi sulle entrate. Il deterioramento del quadro economico generale genera effetti negativi sulle entrate e sulle spese delle amministrazioni pubbliche. Il rapporto evidenzia come «la riduzione dei controlli e soprattutto la percezione, da parte del contribuente, di un abbassamento della guardia nei confronti dell'evasione fiscale, può realizzare uno scenario ben peggiore di quello previsto anche in considerazione della fase ciclica negativa». Per Confindustria infatti «un ulteriore elemento critico può essere rappresentato dalla tax compliance». Secondo le stime nel 2008 e nel 2009 le entrate in percentuale del Pil «rimangono invariate rispetto al 2007 (47,2%), scontando così il rallentamento del prodotto interno lordo. Nel 2010, secondo gli economisti di viale dell'Astronomia, scendono al 46,9% del Pil per effetto principalmente della crescita di quest'ultimo. Il gettito delle imposte indirette è atteso per il 2009 in calo a seguito della diminuzione dei consumi». Secondo Confindustria, «l'assottigliarsi delle basi imponibili, tipica di queste fasi cicliche, riguarda in misura superiore l'Ires e l'Iva, che già nell'anno in corso sperimentano un forte rallentamento (nei primi dieci mesi del 2008 il gettito Ires registra una flessione del 5,2%, quello da Iva sale di appena lo 0,7%), tiene meglio l'Irpef».

Stabile il petrolio, in calo l'energia. Prezzo del Brent stabile nel 2009 «sui livelli correnti, attorno ai 40 dollari al barile». Secondo il Centro studi di Confindustria, nel 2010 «il greggio risalirà lievemente, verso i 50 dollari al barile a fine anno sulla scia dell'uscita dalla recessione nei paesi avanzati. Nel corso del 2009, poi, «le quotazioni di gran parte delle altre materie prime proseguiranno la discesa cominciata quest'anno», per stabilizzarsi sui 40 dollari al barile. Il calo del prezzo dell'energia e la contemporanea riduzione dei tassi di interesse libera risorse per 24,1 miliardi di euro nel 2009 per le famiglie italiane. La stima è del Centro Studi di Confindustria che teme però come questo «bonus» possa non venire speso per mancanza di fiducia dei consumatori. Il beneficio maggiore verrá alle famiglie dalla voce energia: la riduzione dei prezzi, infatti, alleggerisce la bolletta energetica complesisvamente di 21,1 mld pari a un minore esborso di 866 euro a nucleo familiare.

Produzione industriale in flessione del 4,2% nel quarto trimestre 2008. La caduta dell'attività manifatturiera si aggrava nel IV trimestre e la flessione della produzione industriale continuerà nei prossimi mesi, sottolinea il Centro studi di Confindustria, che stima negli ultimi 3 mesi del 2008 una diminuzione del 4,2% rispetto al periodo precedente, dopo il marcato calo nel 3 trimestre (-2,2% congiunturale). Secondo l'indagine del Csc a novembre la produzione industriale ha registrato una flessione dell'1,8% su ottobre quando il calo era stato dell'1,2 per cento. «Negli ultimi mesi del 2008 - spiega il rapporto stilato in viale dell'Astronomia - si sono moltiplicati i segnali della grande debolezza della produzione industriale italiana, penalizzata dalla riduzione della domanda finale in tutte le componenti». La flessione registrata nel IV trimestre, unita alla fiacchezza del terziario, è coerente con un calo del Pil dello 0,8% che segue due trimestri di crescita negativa (-0,4% nel secondo e -0,5% nel terzo)». Secondo il Centro studi di Confindustria la discesa della produzione industriale continuerà nei prossimi mesi, come confermano la diminuzione degli ordini interni ed esteri e gli indicatori qualitativi.

Segnali di stretta sul credito alle imprese. Il Centro studi di Confindustria rilancia l'allarme credit crunch: nell'ottobre 2008 l'ammontare erogato resta in aumento, ma ha rallentato all'8,4% annuo, oltre sei punti di crescita in meno. Un quadro «preoccupante», che indica come il rallentamento si sia accentuato negli ultimi due mesi dell'anno in corso, con un elevato rischio di proseguire nel 2009. E questo «non solo ostacola gli investimenti, ma mette a repentaglio la stessa sopravvivenza delle imprese». Confindustria segnala come l'estensione del credit crunch alle famiglie rischi di trasmettere la crisi finanziaria all'economia reale con il rischio concreto di effetti di ritorno sul sistema finanziario «in una spirale pericolosa».

In calo i prestiti alle famiglie. La concessione di mutui in Italia ha rapidamente decelerato da fine 2007. L'ammontare erogato alle famiglie italiane è ormai in calo rispetto a 12 mesi prima: -1,8% in ottobre, pari a una riduzione dello stock di 4,8 miliardi di euro. Tiene invece l'erogazione di credito al consumo: +5,4% annuo in ottobre, pari a +2,8 miliardi». Nel complesso, sottolinea Confindustria, «sono diminuiti i prestiti alle famiglie: 1,9 miliardi di euro in meno sull'ottobre 2007». Secondo le stime del Centro studi ci saranno, però, per le famiglie risparmi sui mutui a tasso variabile pari a 2,9 miliardi, di cui 1,2 miliardi già entro fine 2008 e altri 1,7 per dicembre 2009. «Ci sarà un beneficio di 172 euro in totale per ogni rata - ha sottolinea Luca Paolazzi, direttore del Centro studi di Confindustria -, cioè 2.064 euro annui a fine 2009, quando ai 72 euro mensili conseguiti nella seconda metà del 2008 se ne sommeranno altri 100».
16/12/2008 15:49
 
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Re: (Repubblica 16/12/2008) : Edilizia, 17 mila licenziamenti
zippo71, 16/12/2008 11.15:

Edilizia, 17 mila licenziamenti

L’allarme: in tre mesi 2000 imprese chiuse. A rischio altri 15 mila posti

Duemila società edili su 11.500 hanno sospeso la propria attività tra luglio e settembre. E sono invece 17 mila gli operai che sono stati mandati a casa, un quarto degli addetti del settore. Solo nei mesi di agosto e settembre sono 7mila i contratti di lavoro che sono terminati, negli stessi mesi del 2007 erano stati 2.300. Cresce invece il numero dei contratti di lavoro part-time, in aumento di oltre il 15 per cento.

E sono nere le previsioni per il primo semestre del 2009: saranno licenziati tra i 10 e i 15mila lavoratori. I numeri, snocciolati dalla Cassa Edile di Roma e Provincia, indicano come la crisi stia mettendo in ginocchio il settore delle costruzioni. Per superare la congiuntura economica negativa, l’ente bilaterale gestito pariteticamente dall’Acer e dai sindacati di categoria, avanza alcune richieste: tempi di pagamento certi da parte della committenza pubblica, pratiche burocratiche più veloci e maggiore possibilità di accesso al credito per le piccole e medie imprese. «Le aziende stanno scomparendo — spiega il presidente della Cassa Edile di Roma e Provincia, Edoardo Bianchi — perché hanno molte difficoltà nel pagare gli stipendi.

E il fenomeno diventerà ancora più critico nel primo semestre del 2008, quando saranno ancora più evidenti gli effetti della crisi globale. Non c’è un modo univoco per uscire dall’impasse, piuttosto ogni categoria deve fare la sua parte. Non è possibile che la committenza pubblica paghi lavori già eseguiti, per i quali è previsto il saldo a 60 giorni, con mesi di ritardo. La Regione in alcuni casi arriva a pagare dopo 18 mesi dalla chiusura delle opere». È allarme anche per il blocco delle gare d’appalto.

«Le grandi infrastrutture sono ferme e nel 2008 si è raggiunto il minimo storico per il numero di gare indette» sottolinea Sandro Grugnetti della Fillea-Cgil. Basta guardare i dati. Nel Comune di Roma nel luglio 2007 erano partiti 42.813 bandi che nel luglio 2008 sono scesi a 4.401, ad agosto la situazione è peggiorata con 13.468 gare nel 2007 mentre nello stesso periodo del 2008 non ne è stata indetta nessuna. Va ricordato però che la nuova giunta guidata da Alemanno si era appena insediata.


E se il settore immobiliare è fermo e crea disoccupazione anche perché c’è meno attività dei privati e se le grandi infrastrutture non partono, la Cassa Edile propone di far partire l’economia da riqualificazioni e restauri. «Sono dati che ci fanno preoccupare» continua Grugnetti «ecco che allora si deve puntare sull’edilizia pubblica, sull’housing sociale, sulla ristrutturazione degli edifici scolastici e sulla riqualificazione del sistema fognario». E aggiunge il sindacalista: «Abbiamo interi lotti nei quali i bandi sono stati assegnati da anni ma i lavori non partono perché ancora mancano i permessi per le fognature o per ritardi nelle pratiche da parte delle sovrintendenze».
(16 dicembre 2008)

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Ecco l'articolo in rassegna stampa FIAIP.

EDILIZIA, 17 MILA LICENZIAMENTI

16/12/2008 20:07
 
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Fiat, la crisi impone la proroga della cassa integrazione

Un altro mese di fermo per gli stabilimenti Fiat auto di Pomigliano d'Arco e Nola, nel napoletano. Con una nota inviata ai sindacati, l'azienda automobilistica, infatti, ha comunicato che la cassa integrazione si protrarrà fino all'8 febbraio prossimo, invece che fino al 12 gennaio come stabilito alcuni giorni fa.

La decisione sarebbe consequenziale «alla necessità di adeguare i flussi produttivi dello stabilimento - si legge nella nota - alla domanda di mercato, come conseguenza dell'andamento negativo del mercato automobilistico».
«Nella nota inviata al nostro sindacato - spiega Vittorio Granillo, del coordinamento nazionale dello Slai Cobas - la Fiat annuncia la cassa integrazione ordinaria per i 4509 operai, ed i circa 500 impiegati dello stabilimento di Pomigliano e Nola, e la sospensione riguarderà l'intero stabilimento». «A nostro avviso - ha concluso - la Fiat sta usando impropriamente la crisi e gli ammortizzatori sociali, a fini del tutto privatistici, per poter ricavare ancora una volta aiuti economici da parte dello Stato, sulla pelle dei lavoratori».
La Fiat , che ha dichiarato che durante i fermi produttivi andranno in cassa integrazione anche gli impiegati degli enti centrali Fiat, ha prolungato di una settimana, dal 12 al 18 gennaio, la Cig anche per gli stabilimenti di Mirafiori, Cassino e Termini Imerese.

Intanto i sindacati, che oggi hanno incontrato i vertici per il contratto integrativo, hanno annunciato che il governo italiano «non può continuare a rimanere estraneo vista l'importanza che ha il settore dell'economia nazionale». In questo senso Fim, Fiom, Uilm e Fismic stanno valutando le opportune iniziative da mettere in campo.
16/12/2008 20:08
 
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Goldman, conti in rosso. Tagliati 2500 posti di lavoro

Goldman Sachs chiude il quarto trimestre con una perdita di 2,12 miliardi di dollari, o 4,97 dollari per azione. Il risultato è peggiore rispetto alla stima media degli analisti che si attendevano una perdita per azione di 3,73 dollari. È la prima volta che la banca statunitense archivia un trimestre in rosso da quando è sbarcata in Borsa nel 1999.

Nel comunicato, Goldman Sachs spiega che i risultati del IV trimestre riflettono condizioni di business «straordinariamente difficili». La banca ha comunque dichiarato un dividendo di 46,67 centesimi, pagabile il 26 di marzo 2009.

Per l'istituto il panorama è cambiato drammaticamente rispetto all'ultimo trimestre. Goldman e Morgan Stanley, diventate holding bancarie, sono le uniche due grandi banche di investimento indipendenti rimaste a Wall Street, dove nel giro di poche settimane la crisi economica e finanziaria ha sconvolto l'intero sistema. Nel quarto trimestre fiscale dello scorso anno, Goldman Sachs aveva conseguito utili pari a 3,22 miliardi di dollari, o 7,01 dollari per azione. Il fatturato netto dell'ultimo trimestre è stato in negativo per 1,58 miliardi di dollari, contro l'aumento di 10,74 miliardi di dollari di un anno fa. Gli analisti avevano previsto una perdita di 3,73 dollari per azione su un giro d'affari di 932 milioni di dollari.

Per far fronte alla crisi, Goldman Sachs Group ha eliminato 2.500 posti di lavoro nel quarto trimestre e ridotto lo stipendio medio per addetto del 45 percento a $363.654. La spesa per retribuzioni e benefit è scesa del 46 percento a $10,9 miliardi dal massimo storico di $20,2 miliardi nel 2007, ha comunicato oggi la banca newyorkese in una nota. Tale cifra assegna in media $363.654 a ciascuno dei suoi 30.067 addetti, in in calo dai $661.490 per ciascuno degli 30.522 addetti che la società impiegava l'anno scorso.

L'amministratore delegato di Goldman Sachs, Lloyd Blankfein, e sei suoi vice hanno accettato di rinunciare alle gratifiche di fine anno, dopo che la società si è trasformata in una holding bancaria, accettando aiuti di $10 miliardi dal governo Usa per sopravvivere alla crisi finanziaria che ha invece spazzato via tre istituti di dimensioni minori. Le risorse destinate ai bonus, stimati al 60 percento dei compensi totali, sono diminuite a $6,56 miliardi, pari ad una media di $218.193 per addetto quest'anno.

«Pensiamo che il settore stia assegnando nuovi valori di prezzo al proprio bacino di addetti», ha scritto Guy Moszkowski, analista presso Merrill Lynch & Co. a New York, in una nota del 3 dicembre inviata alla clientela. «Pensiamo ragionevole attendersi questo, visti gli utili e le prospettive molto deboli per l'anno prossimo e il fatto che il clima di lavoro è inospitale».
I tagli rendono la spesa retributiva annuale di Goldman Sachs la più bassa dal 2004.

17/12/2008 15:21
 
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La Cgil denuncia: «L'Inps secreta i dati della cassa integrazione»

La Cgil denuncia che l'Inps avrebbe deciso di secretare i dati sulla cassa integrazione e di girare la comunicazione dell'andamento degli ammortizzatori alla direzione generale dell'Istituto. La denuncia arriva dal segretario confederale della Cgil, Susanna Camusso, a margine della presentazione dell'annuario del lavoro 2008 al Cnel. I dati, dice Camusso, non sono più visibili sul sito dell'Istituto di previdenza, ma si assiste a una sorta di accentramento dell'informazione alla direzione generale. «Stiamo assistendo a un atteggiamento del governo - ha detto la Camusso - che nasconde la gravitá della crisi perchè questa non determini preoccupazione. Noi invece vorremmo sommessamente segnalare all'Esecutivo che la secretazione dei dati determina un allarme maggiore, non minore».

Una decisione che, se confermata, irrita il sindacato: «Giá alla fine di agosto l'Inps non ha più reso noti i dati sulla cassa integrazione, mentre a fine novembre il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, aveva reso noti alcuni dati, pubblicati poi solo dal Sole 24 Ore. Questo è un problema perché su questi dati le parti sociali hanno sempre potuto costruire una loro valutazione della situazione economica». Già nei giorni scorsi il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani aveva lanciato l'allarme. La scorsa settimana i dati sulla cassa integrazione da gennaio a novembre erano stati resi noti dall'Inps, «dopo le nostre sollecitazioni», ha detto Camusso.

La Cgil attacca anche il ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta. «Brunetta teorizza la trasparenza e minaccia di mettere sul web anche la vita privata delle persone ed ora invece preclude l'accesso a questi dati così importanti». Brunetta risponde a stretto giro tramite il suo portavoce Vittorio Pezzuto. Il segretario confederale della Cgil Susanna Camusso «dovrebbe sapere che il ministro vigilante dell'Inps non è quello della Pubblica Amministrazione, ma quello del Lavoro». Dunque, «rispediamo al mittente le accuse strampalate e fantasiose sulla mancanza di trsasparenza del ministro Brunetta».
17/12/2008 15:55
 
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la crisi in UE


14:46 - Crisi: S&P, 60-75 societa' europee a rischio default nel 2009

Aumento di 10 volte rispetto al 2008

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 17 dic - La crisi
economica globale, le difficili condizioni di finanziamento
sul mercato bancario e la persistente volatilita' sui mercati
finanziari peggioreranno la qualita' del credito in Europa
nel 2009 al punto che tra 60 e 75 societa' con rating
speculativo potrebbero essere insolventi. Questa la
previsione di Standard and Poor's. Si tratterebbe - spiega
l'agenzia in un rapporto - di un incremento dei default di
10 volte rispetto al 2008, che ne ha registrati 6, tre dei
quali da novembre.



spaventoso, eh?

e continua...

...siamo allo scoppio della bolla dei CDS?

[SM=g7601] [SM=g7601] [SM=g7601]



15:52 - Crisi: S&P, 60-75 societa' europee a rischio default nel 2009 -2-

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 17 dic - L'incremento
atteso per il 2009 risulta ancora piu' netto se si considera
che nel 2007 i default erano stati solo 3. Nelle previsioni
di S&P, il tasso di insolvenza delle societa' con rating
speculativo entro la fine del 2010 potrebbe superare il 20%,
ovvero una societa' ogni cinque. Tale stima implica che
almeno 60 emittenti (e 75 nello scenario peggiore) faranno
default l'anno prossimo per un totale di 25 miliardi di euro
di debito, con un impatto simile nel 2010. Il che rende il
biennio il peggiore periodo mai registrato per le societa'
con rating, sottolinea S&P. "Le insolvenze possono aumentare
piuttosto rapidamente. Gli investitori si preparino a un
record negativo per le societa' europee", commenta Blaise
Ganguin, chief credit officer di S&P per l'Europa,
aggiungendo che "in questo contesto e' importante che gli
investitori si concentrino non solo sulle probabilita' di
default, ma anche su quanto potrebbero recuperare nel caso
si verificasse l'insolvenza".
Passando alle previsioni settoriali, l'agenzia si aspetta
che tra le societa' non-finanziarie, gli abbassamenti di
rating continueranno a superare ampiamente gli innalzamenti.
La previsione e' di un rapporto 10 a 1 gia' per il quarto
trimestre di quest'anno. Nel settore bancario, i rating
resteranno sotto pressione nei prossimi trimestri per
effetto del peggioramento della redditivita', dell'aumento
delle sofferenze e della scarsita' e dei costi di
finanziamento, anche dopo i piani di sostegno annunciati dai
Governi. Il comparto - sottolinea l'agenzia - si trova ad
affrontare un contesto eccezionalmente difficile a causa
dello scoppio delle bolle degli asset, della contrazione del
mercato della liquidita' e di vari livelli di pressione sulla
patrimonializzazione. Il rating medio delle 50 principali
banche e' gia' sceso a 'A+' da 'AA-' a ottobre e solo il 34%
ha un outlook stabile dal 72% a fine 2007. Quanto alle
assicurazioni, calo del Pil, minor valore degli asset e
aumento della disoccupazione freneranno la redditivita' e
porteranno una stagnazione dei premi nel danni e un calo
della nuova produzione. Tuttavia la maggior parte delle
compagnie, nell'opinione di S&P ha ancora spazio di manovra
in termini di requisiti patrimoniali prima che ci sia un
impatto negativo sui rating. L'agenzia, pertanto, pur
aspettandosi che le valutazioni nel settore finiscano sotto
pressione se i mercati finanziari continueranno a scendere,
non si aspetta un'ondata di 'downgrade'. "Poco volte nella
storia si sono verificate contemporaneamente recessione,
crollo dei prezzi delle case, stretta creditizia e crolli
dei mercati azionari", rileva Ganguin, per concludere che
"quando e' successo, si e' trattato di periodi molto lunghi e
molto duri, durati quattro anni o piu', dall'apice alla
ripresa".
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17/12/2008 16:31
 
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Re: la crisi in UE
laplace77, 17/12/2008 15.55:



"Poco volte nella
storia si sono verificate contemporaneamente recessione,
crollo dei prezzi delle case, stretta creditizia e crolli
dei mercati azionari", rileva Ganguin, per concludere che
"quando e' successo, si e' trattato di periodi molto lunghi e
molto duri, durati quattro anni o piu', dall'apice alla
ripresa".




[SM=g7601]
18/12/2008 00:04
 
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Re:
nazionalsindacalista, 11/12/2008 20.12:

Chiude anche la Mivar, un'azienda mai gradita all'estabilishment oligarchico, perchè non hai mai usufruito di aiuti pubblici (da ottenere con le amicizie giuste e con i giusti contraccambi), non ha mai avuto bisogno di sindacati politicizzati all'interno (perchè il lavoro era rispettato), insomma non era fonte di scambi o interessi politico-economici-sindacali-elettorali. Insomma il vecchietto non portava voti... di più! Peggio! E' un ex combattente della RSI (che non rinnega) e che non ha mai amato la classe politicante italyota che lo ha contraccambiato ignorandolo, lui e la sua azienda.
Eppure è la più antica fabbrica italiana di televisori. Eppure è una azienda che ha sempre combattuto la concorrenza internazionale. Eppure ha venduto milioni di TV in oltre 60 anni. Eppure è radicata nel territorio. Eppure non ha mai delocalizzato. Eppure non ha mai chiesto un soldo.
Sì è parlato più della crisi della Videocon di Anagni - perchè vi è coinvolto un grande gruppo indiano che ha preso i soldi di Sviluppo Italia e del Ministero (gnam gnam) per rilanciare l'azienda, per poi scappare (ovviamente) - che della Mivar...

(da blogcrisis):
Il vecchietto è l'85enne Carlo Vichi, e la sua amatissima fabbrica la Mivar, che ha fondato nel lontano 1945 e non ha mai mollato. Credo che ciascuno di noi abbia avuto in casa un televisore Mivar: come seconda TV da cucina, come prima TV del "vado a vivere da solo", come piccolo 15 pollici per la casa al mare. Costavano poco, erano di qualità, e ne hanno venduti a milioni.
Non pensate che Carlo Vichi si sia fatto cogliere di sorpresa dagli schermi piatti: nel suo catalogo ce ne sono parecchi. Chi lo ha messo in ginocchio è la produzione asiatica, come dice lui l'Asia non vende i suoi prodotti in Europa: li spara.
Ora si parla seriamente di chiusura e di licenziamento per centinaia di lavoratori nel prossimo settembre, in quella che è una industria storica per il nostro Paese, che non ha mai delocalizzato, che ha prodotto qualità e che, dolore, è l'ultima grande azienda italiana nel campo dell'elettronica.
E ora vi do l'ultima notizia del post. Quello che avete letto finora avrebbe potuto scriverlo, e molto meglio, un grande quotidiano nazionale, visto che si tratta di un personaggio e di un'azienda celeberrimi. Invece, cercate "Mivar" con Google News: solo due articoli dalla cronaca locale. Non interessa nulla a nessuno.
Come dice Carlo Vichi, l'Italia è un Paese e un sistema morto, da anni.




Mivar: la vita continua con gli Lcd. E la fabbrica gioiello va in affitto

22/12/2008 11:20
 
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Settimana corta, il Governo trova una sponda in Rifondazione

«Lavorare anche meno pur di lavorare tutti». Sulla settimana corta il Governo trova una sponda proprio in quel partito, che sulle 35 ore fece una delle sue maggiori battaglie anni fa: Rifondazione comunista. «Mi sembra un'ottima idea perchè mantiene il rapporto di lavoro, riduce a tutti l'orario ed evita l'emarginazione e i licenziamenti perchè nessuno deve essere lasciato solo». Così Paolo Ferrero, in un'intervista al Corriere della Sera, commenta la proposta del cancelliere tedesco Angela Merkel rilanciata anche dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Il Prc d'accordo con il premier? «In realtá è lui che è d'accordo con noi perchè Rifondazione ha sempre sostenuto la riduzione dell'orario di lavoro, la cassa integrazione a rotazione e altri strumenti di solidarietá», spiega Ferrero.

Sulla settimana corta è intervenuto anche il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi. In un'intervista a Repubblica ha rilanciato l'ipotesi per salvare i posti di lavoro messi a rischio dalla crisi, spiegando però le differenze tra il nostro Paese e la Germania di Angela Merkel. «A differenza loro - spiega il ministro - noi abbiamo giá un robusto sistema di ammortizzatori sociali che ci consente di spalmare un minor carico di lavoro su più persone. Questa è la funzione della cassa integrazione a rotazione e non a zero ore, e della stessa cassa integrazione ordinaria» Per Sacconi «si può andare in cassa integrazione per una parte della settimana e lavorare per la restante».

Il Ministro propone anche il ricorso ai contratti di solidarietà. «Dobbiamo evitare - afferma - di dare vita a un sistema di self service per la cassa integrazione che non può trasformarsi in un rubinetto sempre aperto». Sacconi suggerisce quindi di costituire «un'unità di crisi al ministero del Lavoro collegata, per la parte di sua competenza, con il dicastero dello Sviluppo economico», con l'obiettivo «di ancorare le persone alla dimensione produttiva»: per farlo, secondo il Ministro, «serve un accordo di straordinaria e leale collaborazione con le Regioni e poi con le parti sociali: un patto per proteggere le persone».
[Modificato da dgambera 22/12/2008 11:20]
22/12/2008 13:28
 
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Re:
dgambera, 22/12/2008 11.20:

Settimana corta, il Governo trova una sponda in Rifondazione

«Lavorare anche meno pur di lavorare tutti». Sulla settimana corta il Governo trova una sponda proprio in quel partito, che sulle 35 ore fece una delle sue maggiori battaglie anni fa: Rifondazione comunista. «Mi sembra un'ottima idea perchè mantiene il rapporto di lavoro, riduce a tutti l'orario ed evita l'emarginazione e i licenziamenti perchè nessuno deve essere lasciato solo». Così Paolo Ferrero, in un'intervista al Corriere della Sera, commenta la proposta del cancelliere tedesco Angela Merkel rilanciata anche dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Il Prc d'accordo con il premier? «In realtá è lui che è d'accordo con noi perchè Rifondazione ha sempre sostenuto la riduzione dell'orario di lavoro, la cassa integrazione a rotazione e altri strumenti di solidarietá», spiega Ferrero.

Sulla settimana corta è intervenuto anche il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi. In un'intervista a Repubblica ha rilanciato l'ipotesi per salvare i posti di lavoro messi a rischio dalla crisi, spiegando però le differenze tra il nostro Paese e la Germania di Angela Merkel. «A differenza loro - spiega il ministro - noi abbiamo giá un robusto sistema di ammortizzatori sociali che ci consente di spalmare un minor carico di lavoro su più persone. Questa è la funzione della cassa integrazione a rotazione e non a zero ore, e della stessa cassa integrazione ordinaria» Per Sacconi «si può andare in cassa integrazione per una parte della settimana e lavorare per la restante».

Il Ministro propone anche il ricorso ai contratti di solidarietà. «Dobbiamo evitare - afferma - di dare vita a un sistema di self service per la cassa integrazione che non può trasformarsi in un rubinetto sempre aperto». Sacconi suggerisce quindi di costituire «un'unità di crisi al ministero del Lavoro collegata, per la parte di sua competenza, con il dicastero dello Sviluppo economico», con l'obiettivo «di ancorare le persone alla dimensione produttiva»: per farlo, secondo il Ministro, «serve un accordo di straordinaria e leale collaborazione con le Regioni e poi con le parti sociali: un patto per proteggere le persone».




incredibile...

c'e pure su rIpubblica:


[SM=g7601]



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22/12/2008 15:49
 
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Ocse, i dissoccupati nel mondo potrebbero aumentare di 25 milioni entro il 2010

Da oggi al 2010 il numero dei disoccupati in tutto il mondo potrebbe aumentare di 20-25 milioni a causa delle crisi economica. Lo ha dichiarato il segretario generale dell'Ocse, Angel Gurria, alla radio francese Bfm: «Rischiamo di perdere tra gli 8 e i 10 milioni di posti di lavoro nei paesi avanzati e tra i 20 e i 25 milioni nel mondo, tra oggi e il 2010», ha spiegato Angel Gurria, secondo il quale il settore più colpito sarà soprattutto quello dell'edilizia, le cui attività «si sono fermate in modo brutale».

Angel Gurria ha chiesto ai paesi europei di riconsiderare l'entità dei propri piani di stimolo all'economia, tenendo presenti quelli nettamente più pesanti varati da Cina, Giappone e Stati Uniti.
22/12/2008 22:36
 
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Re: Re:
laplace77, 22/12/2008 13.28:




incredibile...

c'e pure su rIpubblica:


[SM=g7601]






Questo dimostra inequivocabilmente quanto sia grave la situazione e forse anche ingestibile a livello di risorse, da considerare inoltre il pericolosissimo gap sociale che si sta aggravando tra coloro che possono sfruttare alcuni ammortizzatori sociali e le categorie per cui non sono stati mai previsti.......!! [SM=g7600]




--- $ 100 WILL BUY THIS CAR MUST HAVE CASH LOST ALL ON THE SOTCK MARKET---
23/12/2008 11:51
 
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La mappa dei ricorsi alla Cig


24/12/2008 06:42
 
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Crac Madoff: Cnbc, finanziere morto a NY, forse suicidio

NEW YORK, 23 dic (AWP/ats/ansa) Thierry Magon de La Villehuchet, che guidava un fondo che ha investito nelle società di Bernard Madoff, è stato trovato morto nel suo ufficio a Manhattan. Lo riporta la Cnbc, sottolineando che la morte sembrerebbe un suicidio. De La Villehuchet aveva investito 1,4 miliardi di dollari nelle società di Madoff.

31/12/2008 15:37
 
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07/01/2009 18:12
 
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Lavoro, a dicembre boom della cassa integrazione (+110%)

Boom della cassa integrazione a dicembre: i trattamenti complessivi di integrazione del reddito nell'industria e nel settore dell'edilizia hanno registrato un aumento del 110,28% rispetto a dicembre 2007 (nella sola industria +129,66%). È quanto ha riferito il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, anticipando, a margine della registrazione della puntata di Porta a Porta, i dati dell'Inps che saranno ufficializzati questo pomeriggio in occasione della riunione dell'unità di tutela dell'occupazione del dicastero di via Veneto. Nel mese di dicembre la cassa integrazione ordinaria (Cigo) è aumentata addirittura del 525,82%; quella straordinaria è invece calata dell'11,61%. Nel 2008, i trattamenti totali di cassa integrazione (nell'industria e nell'edilizia) rispetto all'anno precedente hanno registrato un aumento del 24,56% (nella sola industria +27,04%). Tra gennaio e dicembre le ore complessive di Cig sono state pari a 223.161.536. Per quanto riguarda il boom della cassa integrazione ordinaria a dicembre, sul dato pesa il risultato del settore meccanico: su circa 17.700.000 ore complessive di Cigo, 11.200.000 hanno riguardato l'industria meccanica.
E non si sottrae alle difficoltá del mercato, il settore auto, Fiat Group Automobiles ha annunciato oggi ai sindacati che nelle prime due settimane di febbraio scatterà la cassa integrazione per circa 2000 persone, per lo più impiegati. Il provvedimento interesserà circa 1200 dipendenti degli Enti centrali di Torino Mirafiori, Volvera e Orbassano. Altre 800 persone interessate dalla cig sono addetti della Powertrain di Torino Mirafiori e Torino Stura.


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Tenete presente che il comun denominatore tra tutte le nazioni in cui c'è la crisi dell'immobiliare sembra essere quello del calo nel settore automobilistico.

Infatti: Auto, crolla il mercato in Gran Bretagna (-21,2%)

Il 2008 è stato nel Regno Unito il peggior anno dal 1991

Le vendite di auto in Gran Bretagna sono scese a dicembre del 21,2%, portando così il conto del 2008 a -11,3%, ovvero il dato più basso dal 1991.
Ne dà notizia l'associazione costruttori auto britannici, sottolineando che la crisi ecobomica globale ha creato «sfide senza precedenti» per il mercato dell'auto inglese nel 2008. E, secondo l'associazione costruttori, anche il 2009 sarà «un altro anno difficile».

[Modificato da dgambera 07/01/2009 18:17]
07/01/2009 18:13
 
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Stime Adp: negli Usa in dicembre persi 693mila posti di lavoro

Secondo la stima della società di ricerche del New Jersey Adp, durante lo scorso dicembre negli Stati Uniti il settore privato dovrebbe aver perso 693mila posti di lavoro. Il valore è peggiore delle attese degli analisti, che scommettevano sulla perdita di 515mila impieghi. Il dato ufficiale del dipartimento del lavoro sarà reso noto venerdì.
07/01/2009 18:14
 
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Materie prime in crisi, il gigante Alcoa taglia 15mila posti

Alcoa, il gigante americano dell'alluminio, ha annunciato una maxi-riduzione di personale pari a 15 mila posti di lavoro (il 13% della sua manodopera globale) per effetto della crisi. Nello stesso tempo ridurrà la produzione del 18% e cederà quattro rami non rappresentativi del core-business.

L'annuncio arriva in prossimità della prevista diffusione dei risultati del quarto trimestre, per cui si stima un passivo di circa un miliardo di dollari. «Alcoa si trova ad essere colpita da una flessione davvero consistente del prezzo del metallo e l'unica maniera è quella di ridurre la produzione», ha spiegato un analista.

La maggioranza degli impianti interessati ai tagli sia della produzione sia del personale si trova negli Usa ed in Europa, in Russia specialmente. La riduzione riguarderà oltre 13.500 tra i dipendenti e 1.700 lavoratori precari. Avrà luogo entro la fine del 2009. La riduzione produttiva è quantificata al 18% dell'output annuale. I prezzi dell'alluminio hanno segnato un crollo del 50% dopo il picco raggiunto a luglio scorso di 3.380 dollari per tonnellata. Oggi sono attorno a 1.600 dollari.
08/01/2009 13:36
 
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Pc, Lenovo avvia ristrutturazione e licenzia 2.500 dipendenti

Lenovo, quarto produttore mondiale di personal computer, ha avviato una significativa ristrutturazione, sulla scorta del calo della domanda e in seguito alla masiccia erosione degli utili di bilancio. Il gruppo cinese ha infatti annunciato il licenziamento di circa 2.500 dipendenti, ossia l'11% del totale della sua forza lavoro. In un comunicato diffuso oggi, la compagnia afferma che la decisione è stata provocata da un calo della domanda per i personal computer in tutto il mondo, compresa la Cina. «Per quanto questa notizia sia dura per tutti i dipendenti della Lenovo, pensiamo che i passi che stiamo intraprendendo siano necessari per competere nell' economia di oggi», ha commentato il chief executive della compagnia William J.Amelio. I licenziamenti fanno parte di una serie di iniziative con le quali la compagnia vorrebbe risparmiare in un anno circa 300 milioni di dollari. La Lenovo, che nel 2005 ha acquistato il reparto pc della Ibm, ha aggiunto di aspettarsi per l' ultimo trimestre del 2008 delle perdite definite «leggere». Nei primi nove mesi dell'esercizio in corso il gruppo aveva accusato un calo del 78% dell'utile netto.
08/01/2009 13:37
 
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I disoccupati in Spagna oltre quota 3 milioni

Il numero dei disoccupati spagnoli ha superato quota 3 milioni a dicembre. Lo ha comunicato il ministero del Lavoro precisando che a dicembre il numero dei senza lavoro è aumentato di 139.694 unità, +4,6% rispetto a novembre. Il totale dei disoccupati, secondo il dato diffuso dal ministero, è di 3.128.963.

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